Ho trovato questo termine diversi anni fa quando ho aperto la mia piccola dittarella artigiana di pelletteria.
Volevo che avesse un nome per costruire anche una linea particolare di oggettistica, non è stato così. Cioè, ho lavorato x altri e mi sono specializzata in modelleria e da lì sono cresciuta.
Dunque, dicevo, x questa ricerca ho comprato un piccolo dizionario tascabile sanscrito-italiano (A.Vallardi) e mi sono messa a cercare un termine che mi piacesse. Al tempo ero buddista ma questo non c’entra niente con la religione.
A pagina 226 ho trovato:
jan = janati,janate – generare – produrre – procurare – causare. ecc
jana = creatura – essere vivente – persona – razza.
janaka = che genera – che crea – che produce – che causa – progenitore – padre.
janana = che genera – che crea – che produce – che causa – nascita – produzione – razza.
janas = razza – classe di esseri.
jani = donna – moglie –nascita.
janita e janya = nato – prodotto – appartenente ad una razza, ad una famiglia o ad una nazione.
janitra = luogo di nascita – luogo di origine – casa.
janiman = generazione – nascita – origine – prole – creatura.
janus = nascita – produzione – discendenza – creatura – genere – classe – per natura – originariamente.
jantu = bambino – prole – creatura – essere vivente – persona – servo.
janman = nascita – produzione – origine –rinascita – padre.
Bene, mi è piaciuta molto tutta questa descrizione e ho scelto Janana perchè lo ritengo al femminile, alla madre del prodotto, mentre Janaka è maschile.
La dittarella non l’ho più da tanti anni ma sono rimasta cmq molto affezionata a questo nome che me lo sono appiccicata addosso come fosse un soprannome e adesso continuo ad usarlo in molte cose che faccio.
Con il mio avvicinamento poi alla Sardegna mia terra d’origine questi termini acquistano tanti altri significati mistici, per così dire.
http://fattori-arcani.blogspot.com/2006/01/sas-janas-le-fate.html
che dire ho trovato questo bel blog con tutta la fantastica descrizione delle JANAS, che faccio lo copio???? sì lo copio, non credo che sia illegale, altrimenti x favore segnalatemelo:
Sas Janas - le fate
Sas Janas della sardegna sono delle donne bellissime, minuscole, dotate di poteri magici.
Sono vestite di rosso e hanno un paio di ali simili a quelle delle farfalle.
Sas janas possono essere povere e ricche. Le ricche passano il loro tempo a fare la guardia ai loro tesori e a tessere con un telaio d'oro delle stoffe preziose; le povere vivono nei boschi, vestono di stracci e mangiano bacche.
Sas Janas amano molto le pietre preziose, le collane d'oro, i bracciali e gli anelli Sas Janas abitavano nelle grotte scavate nelle montagne. In seguito queste vennero chiamate "domus de Janas" . Sas Janas per timore che la luce del sole potesse rovinare la loro pelle delicata uscivano solo di notte ed il loro corpo emanava una luce.Una Jana bellissima viveva a gola di gorroppu vicino ad Orgosolo sa Jana abitava nella domus dove custodiva un immenso tesoro e si faceva vedere dalla gente solo all'alba e al tramonto, a volte compariva in groppa ad un agile cavallo bianco.
Altre volte la si poteva vedere in un boschetto mentre tesseva stoffe bellissime su un telaio d'oro.
Gli abitanti della zona sapendo che sa Jana custodiva dei tesori tentarono di seguire le orme del cavallo bianco ma non trovarono mai niente.
Un giorno un girovago che conosceva tutti i trucchi de sa Jana spiega agli abitanti del paese che questa essendo molto furba aveva girato i ferri del cavallo al contrario in modo che le impronte andassero nella direzione opposta.
Allora gli abitanti della zona seguirono le tracce del cavallo al contrario e scoprirono che sa Jana andava e veniva attraverso un passaggio segreto da sotto terra .
A quei tempi ad Orgosolo vivevano due pastori poveri che avevano un figlio e una figlia.
Dopo aver sentito il discorso del girovago sapendo che sa Jana amava i bambini i due decisero di mandare i propri figli da sa Jana e chiederle una parte del suo tesoro in cambio di un agnellino e di un capretto i due bambini andarono nella domus, si misero a giocare con l'agnellino ed il capretto quando improvvisamente si uni' a loro il cagnolino de sa jana che era li a fare la guardia. Il cagnolino si mise a
giocare tranquillamente senza abbaiare ed avvisare la sua padrona.
Non passo' molto tempo che arrivo' anche sa jana e con la sua voce dolce e squillante saluto' allegramente i bambini.
Sa jana domando' loro per quale motivo si trvassero li. I bambini spiegarono il perche' e le offrirono in dono l'agnello ed il capretto in cambio di un po' del suo tesoro. Sa jana commossa offri' loro una pentola piena di monete d'oro invitando i bambini a portarla ai loro genitori raccomandandoli di non dire niente a nessuno.Sa Jana de Orgosolo de gola de gorroppu
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posted by H1dR0GeN0 at 16:51
vedo se trovo altro………

E’ il tipo di sepolcro collettivo ad ipogeo scavato nella roccia proprio della cultura di San Michele (3.200 a.C) e in generale dell’età del Rame,anche se viene usato poi da altre culture nell’età del Bronzo ed ancora nei tempi iniziali dell’età del ferro.
Leggenda sulla denominazione
La leggenda popolare sarda dice che in questi sepolcri abitassero delle fate che tessevano su telai d’oro mentre cantavano e poi vi morirono tramutate in pietra . Un’altra leggenda dice che vi abitava una serie di streghe la più orribile si chiamava Orgìa Rabiosa, una maga impazzita e impietrita dal dolore, una Niobe della sagra protosarda nella quale si riconosce (a causa del radicale org mediterraneo) la figura decaduta e alterata della Gran Madre,dea delle acque e dell’amore fecondo.
E così questi ipogei vengono chiamati con il nome di domus de janas (case di fate o streghe) o di forru (de Luxia Rabiosa) o furreddos (forno,fornelli), o di conca o conchedda o percia (precca) per la figura cava del loro interno.
Ma non resta alcuna denominazione che riproduca l’uso originario delle grotticelle artificiali ,che fu quello di sepolcro comune alla cellula sociale familiare (o anche di clan).
Numero, localizzazione, tipo di roccia
Si contano in tutta l’isola piu’ di 1000 domus de janas con una frequenza locale e numerica maggiore (480) nella Sardegna settentrionale ed in provincia di Sassari. Sono scavate in prevalenza nel granito e nella trachite,di meno nel calcare,basalto marna. Le zone in cui si addensano maggiormente sono:
• Sassarese (Sassari e comuni limitrofi , Alghero )
• Meilogu (Borutta e Cheremule)
• Gocèano (Ittireddu, Benetutti)
• Gavoi nella Barbagia
• Intorno alla cala di Arbatax nell’Ogliastra (Ilbono, Tortolì ,Lotzorai)
Oltre a queste zone di maggior addensamento le domus de janas sono distribuite un po’ in tutta la Sardegna, anche se certe zone (specie nelle parti nord-orientali e sud-occidentali) ne sono prive per vasto tratto, ma non completamente (qualche raro esempio nell’Iglesiente e in Gallura).
e poi……
questa è a Dorgali
Va da se che naturalmente questo nome non lo mollo, da segnalare anche che “sa gianna o janna” vuol dire porta.
ciao ciao
Dovresti visitare la necropoli di Montessu vicina a Villaperuccio o le tombe di Monte Sirai a Carbonia, ricavate da precedenti grottini artificiali scavati nel tufo. Sono anni che penso alle domus de Janas non come celle tombali ma come ricoveri che in origine erano destinate anche alle partorienti. In una forma dialettale sarda si dice appunto "angiai" come verbo per partorire. Non so se in origine il verbo fosse Gianai o Janai e se il plurale Janas intendesse nascite. Ritengo che per una comunità a rischio di estinzione come quella neolitica sarda, la ricchezza maggiore fosse rappresentata dalle nuove nascite, cui dedicare la massima cura e la massima prevenzione con ambienti più protetti dagli estremi termici diurni e notturni. La qual cosa poteva avvenire solo nelle grotte naturali o artificiali, se dotate di possibilità di ricambio d'aria.
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